In questo periodo, la vita mi sta mettendo alla prova dato che ho la necessità di essere spesso a contatto con gli uffici pubblici. Sappiamo che in Italia la burocrazia non è una delle cose più semplici, ma non sono qui per lamentarmi.

Sono successi alcuni episodi spiacevoli, ma in tutto ciò ho osservato e riflettuto.

Ho notato in più occasioni che le persone veramente interessate ad aiutare a risolvere i problemi erano quelle semplici, genuine e determinate nel fare bene il proprio lavoro per il piacere di farlo, non solo per obbligo.

Ascoltavano, comprendevano, cercavano e trovavano una soluzione senza alcun tornaconto. Parlando con alcuni di loro, cercavo di creare una relazione più approfondita rispetto a un “grazie e arrivederci” e ho avuto il piacere di scoprire che erano estremamente consapevoli delle proprie risorse, delle proprie capacità, ma anche dei limiti di quello che potevano fare e sapevano comunicarlo efficacemente.

Erano gentili e, soprattutto, sapevano sorridere anche nelle situazioni più difficili.

Ho incontrato anche l’opposto rispetto a ciò che ho appena descritto: persone scorbutiche, mai un sorriso, mai guardarti negli occhi, mai un cenno di comprensione… Tutto per loro era faticoso e, anche se potevano agevolarti, non lo facevano per mancanza di voglia, tempo o altro…

Sono consapevole che nelle mie fantasie più rosee vorrei un mondo fatto di persone della categoria che ho descritto per prima ma ahimè non è possibile.

In tutto ciò ho avuto la risposta alla domanda “perché faccio quello che faccio?”

Vorrei un mondo più felice, dove vedere più persone soddisfatte di se stesse, del proprio lavoro e contente per aver aiutato un altro essere vivente. Mi piacerebbe che le persone fossero sempre più appagate e meno frustrate, in modo da non sentire la necessità di proiettare le proprie insoddisfazioni sugli altri.

Vorrei anche che non ci fosse il bisogno di sentirsi superiori o potenti solo perché si può fare andare bene o male una questione con una propria firma.

Continuerò a fare quello che faccio perché voglio che gli esseri umani possano essere sempre più contenti di se stessi, più consapevoli dei propri talenti, più autentici con sé e con gli altri.

Continuerò a fare quello che faccio perché voglio vedere le persone sorridere felicemente dopo aver fatto del bene.

Se abbiamo il modo di risolvere una questione e rendere la vita a qualcuno un po’ più semplice, perché non farlo?

Molte delle nostre azioni, che per noi risultano semplici, naturali o di nostra competenza, possono aiutare gli altri a risparmiare tempo, denaro e energie

Facciamo tornare la Gentilezza nelle nostre vite

Se ognuno facesse quel che sa fare meglio senza sentirsi superiore o inferiore agli altri, senza farsi comandare dall’Ego, il quale professa il finto potere e la necessità di sembrare forti, allora potremmo vivere più sereni e in armonia con il mondo.

So che queste parole non sono molto in voga nella società di oggi, che spesso premia l’aggressività rispetto alla genuinità, e potrebbe sembrare naïf cercare di portare questa visione nel mondo aziendale.

Tuttavia, voglio ricordare che in ognuno di noi c’è tanto buono e tanta voglia di scoprirsi e di conoscersi, anche se a volte preferiamo indossare una “maschera da duri” per non rivelare le nostre debolezze al mondo.

Essere gentili può fare bene anche alla nostra salute.

Innanzitutto, essere gentili e fare delle azioni gentili per gli altri può aumentare la sensazione di benessere e di soddisfazione personale.

Inoltre, aiutare gli altri e fare delle azioni positive per gli altri può aumentare i livelli di ossitocina, un ormone associato al benessere e alla felicità.

Oltre a ciò, essere gentili e fare delle azioni gentili per gli altri può aiutare a ridurre lo stress e l’ansia, due fattori che possono avere effetti negativi sulla salute. Essere gentili può anche migliorare le relazioni con gli altri, che a loro volta possono avere effetti positivi sulla salute e sul benessere.

Biologia della gentilezza

Ci sono diverse ricerche scientifiche che hanno esaminato il legame tra essere gentili e la salute del cuore. Ad esempio, uno studio pubblicato nel “Journal of Behavioral Medicine” ha scoperto che le persone che praticavano la gentilezza avevano un rischio inferiore di sviluppare malattie cardiache rispetto a quelle che non lo facevano.

Un altro studio, pubblicato su “Psychology and Aging”, ha scoperto che le persone che erano più gentili avevano una pressione sanguigna più bassa e livelli più bassi di colesterolo rispetto a quelle che erano meno gentili.

Inoltre, uno studio pubblicato su “Health Psychology” ha scoperto che le persone che erano più gentili avevano una migliore funzione delle arterie coronariche, il che può ridurre il rischio di malattie cardiache.

In sintesi, le ricerche scientifiche suggeriscono che essere gentili può avere effetti positivi sulla salute del cuore, come una pressione sanguigna più bassa, livelli più bassi di colesterolo e una migliore funzione delle arterie coronariche.

 

É possibile praticare la gentilezza quotidianamente partendo dai piccoli gesti? Sono convinta nella risposta affermativa a questa domanda.

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