In questo mondo pieno di giudizi e pregiudizi, spesso ci dimentichiamo del giudizio più importante: quello che proviene da noi stessi.
L’autogiudizio, in particolare, può rappresentare un vero e proprio ostacolo all’autorealizzazione e alla felicità.
Ci ritroviamo a vivere una vita basata su paure e insicurezze, incapaci di perseguire i nostri sogni e di raggiungere i nostri obiettivi. Ma la verità è che possiamo smettere di giudicarci e iniziare a amarci per quello che siamo. Solo così potremo aumentare la nostra autostima, liberarci dalle catene dell’autogiudizio e vivere pienamente ogni momento della nostra vita.
Non sottovalutare mai il potere che hai di cambiare la tua vita, inizia oggi stesso a smettere di giudicarti negativamente e apriti a un mondo di possibilità.
Prima di affrontare una situazione nuova e/o importante, è buono chiedersi quanta percentuale c’è della preoccupazione naturale e quanto invece è presente la critica interiorizzata?
A volte, gli autorimproveri sfociano in veri e propri attacchi feroci, esempio “sei incapace; sei un disastro; non vali abbastanza” oppure possono essere ingannevolmente calmi e rilassanti: ”stai bene da solo”, “l’unica persona su cui puoi contare sei te stessa”, “bevi solo un ultimo drink così ti senti meglio” ecc.
Che siano crudeli o rassicuranti, questi pensieri spesso ci impediscono di perseguire ciò che vogliamo e ci portano ad agire in modi che feriscono noi e gli altri. Cedere al “critico interiore” e agire secondo i suoi “consigli”, crea solo più attacchi.
Quando saprai che sei sotto l’attacco del tuo critico interiore?
Innanzitutto è bene premettere che quando siamo noi stessi, di solito, siamo più rilassati, più sereni con l’ambiente circostante, abbiamo più stima di noi e sappiamo riconoscere il nostro valore.
Quando, invece, siamo influenzati dalla voce critica, siamo in genere più tesi e facilmente irascibili.
Il “critico interiore” è una sorta di coinquilino che non smette mai di parlare, di dirci cosa è giusto e cosa non lo è, ci indica dove sbagliamo, o peggio ancora, ci urla che siamo sbagliati come persone.
Inoltre, può capitare, che continua a rimproverarci anche là dove abbiamo fatto bene, per non farci sentire mai abbastanza.
Ti invito a considerare che la voce critica interna, sebbene spesso sia vista come una nemica della nostra autostima, può in realtà rappresentare una preziosa alleata per il nostro benessere emotivo. Ma come possiamo far sì che il giudice interiore diventi un nostro amico e non un nemico?
Non dobbiamo combatterlo o cercare di eliminarlo, ma imparare a comunicare con esso in modo efficace e costruttivo. Soltanto così potremo trasformare quella voce interiore critica in una risorsa preziosa per la nostra crescita come persone mature emotivamente e relazionalmente.
Ti sfido ad aprirti alla possibilità di imparare a dialogare con te stesso in modo costruttivo e a scoprire la forza e la saggezza nascoste all’interno di te.
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Come riconoscere il critico interiore e cosa posso fare quando mi sento sotto l’attacco?
Prendi in considerazione una situazione recente in cui hai notato che il tuo umore è cambiato drasticamente in pochissimo tempo, passando da relativamente felice a triste.
Cerca di ricordare l’evento o l’interazione che ha preceduto il cambiamento del tuo stato d’animo. Una volta che hai ripensato ai dettagli di quella situazione, riesci a ricordare cosa stavi dicendo a te stesso in quel momento?
Ora ti racconto una breve storia: un paio di mesi fa mi è capitato di sentirmi demoralizzata dopo aver parlato con una persona perché mi ero sentita poco compresa e per niente sostenuta.
Quando sono tornata a casa, mi sono fermata a riflettere su quello che stava accadendo nella mia mente.
Una parte di me (il critico interiore) mi diceva che non ero stata in grado di esprimermi e che, come sempre, sbagliavo tutto. L’altra parte di me (il critico che giudicava l’esterno) trovava molti difetti in quello che l’altra persona aveva detto e fatto.
Come possiamo uscire da questa situazione? Ci sono due modalità per iniziare:
la prima, decido di rimanere bloccata nei miei pensieri auto-svalutanti e/o nei giudizi nei confronti degli altri, ma questo non cambierà nulla nella mia vita e potrebbe persino peggiorare la situazione;
la seconda, posso ascoltare entrambe le mie parti che dialogano, osservare le motivazioni di entrambe, accettare ciò che accade in me e scegliere di non sentirmi inferiore o superiore rispetto alla situazione o all’altra persona.
Solamente da questo spazio di accoglienza e profonda comprensione di noi stessi possiamo decidere di orientare i pensieri nella direzione desiderata e di lavorare con la parte di noi che cerca di sabotare i nostri sforzi.
Spesso, ci concentriamo sulla situazione o sulla persona in questione, senza renderci conto che il fatto in sé e la nostra percezione del fatto sono due cose completamente diverse.
Siamo noi stessi a dare valore a ciò che accade, e spesso ci perdiamo nella confusione e nella negatività delle circostanze.
Tuttavia, se impariamo a cambiare la nostra percezione delle cose, possiamo cambiare anche la nostra realtà. Non dobbiamo lasciare che gli eventi ci definiscano, ma piuttosto trovare il nostro modo di dare significato a ciò che accade intorno a noi.
Solo allora possiamo liberarci dalle catene della critica e del dubbio, e vivere pienamente e con gioia.
La nostra reazione a qualsiasi cosa stia succedendo determina il nostro stato d’animo. La responsabilità del nostro benessere o malessere è sempre e solo nostra.
“La parola responsabilità è stata sempre usata nel modo sbagliato. Dà una sensazione di peso: è una cosa che devi fare, un dovere; se non ti comporti con responsabilità, ti sentirai in colpa. Ma io vorrei ricordarti che la parola ‘responsabilità’ non ha nessuna di queste connotazioni. Spezzala in due – responsabilità – e otterrai tutt’altra prospettiva, un significato completamente diverso. Responsabilità non è un peso, né un dovere. Non è qualcosa che devi fare contro la tua volontà. Responsabilità indica semplicemente la riposta spontanea. Qualsiasi situazione si presenti, tu vi rispondi con gioia, con tutta la tua totalità e intensità. E questa risposta non cambierà solo la situazione, ma anche te stesso.”
Osho, tratto da “Il libro delle comprensioni”
Le volte in cui oggettivamente facciamo degli errori, il critico diventa estremamente felice e ha già una lunga lista di cose da dirci. Il risultato? Un grande senso di colpa.
Se hai commesso degli errori e ti stai rimproverando, cerca di individuare e dialogare con quella voce interiore.
Il senso di colpa può essere estremamente dannoso se non viene seguito da un’azione concreta e consapevole per riparare un eventuale errore. Troppo spesso ci facciamo schiacciare dal senso di colpa, facendo sembrare che la situazione sia insormontabile.
Tuttavia, solo assumendoti la responsabilità e imparando a non prenderti troppo sul serio, puoi liberarti da questo fardello emotivo.
Quando commettiamo errori, non dobbiamo subire ulteriori critiche e rimproveri, ma dobbiamo invece rivolgere a noi stessi uno sguardo di compassione e gentilezza.
Quando fai degli errori, invece di lasciarti travolgere dal senso di colpa, cerca di concentrarti su ciò che puoi fare per migliorare la situazione in futuro rivolgendo uno sguardo di compassione e gentilezza a te stesso.
Impegnati a cambiare il tuo comportamento e a evitare gli stessi errori la prossima volta. Questo ti aiuterà a crescere e a superare gli ostacoli con maggiore determinazione e saggezza.
Una discussione con un collega, con un amico, con il partner oppure un percorso di crescita e miglioramento possono essere delle ottime opportunità per fare introspezione e aumentare la consapevolezza di se stessi.
Attraverso le nostre relazioni con gli altri, cresciamo, evolviamo e pratichiamo l’auto-conoscenza. Imparare a relazionarci con noi stessi e a riconoscere il nostro lato critico ci aiuta a migliorare e a costruire rapporti sani e basati sull’ascolto, sulla comprensione e sul rispetto, sia con noi stessi che con gli altri.
La ricerca della felicità sembra essere diventata una sorta di mantra moderno, ma siamo veramente felici quando evitiamo le emozioni spiacevoli?
La verità è che una vita piena ed autentica richiede di abbracciare tutto ciò che la vita ci offre: la paura, la rabbia il dolore, così come la gioia, la tristezza e il piacere.
Solo quando ci apriamo a tutte le sfaccettature della vita possiamo iniziare ad assaporare una felicità autentica e duratura.
Il nostro critico interiore sarà meno critico quando ci impegniamo a vivere una vita piena, quando ci accettiamo per quello che siamo, lavoriamo per migliorare e abbiamo uno scopo più elevato.
ESERCIZIO:
Prenditi del tempo per rispondere alle seguenti domande (meglio per iscritto)
- Quali obiettivi ti motivano?
- Qual è il tuo scopo nella vita? o Quale potrebbe essere?
- Quali sono i tuoi valori?
- Quali sono i tuoi bisogni?
Lascia spazio alla creatività. Lascia che le domande risuonino dentro di te e fatti trovare dalle risposte.
Per ricapitolare, come far pace e trovare una soluzione per la voce critica interiore?
- Riconoscila: sii presente a te stesso e ascoltati, presta attenzione ai tuoi pensieri e ai tuoi sentimenti. Quando ti senti nervoso prima di un evento importante, cosa ti dici? In che direzione vanno i tuoi pensieri?
- Identifica cosa ti sta dicendo la tua voce interiore: presta attenzione ai tuoi pensieri e cerca di disidentificarti da essi (ad esempio, invece di dire “sono troppo lento”, potresti dire “la mia voce critica mi sta dicendo che sono troppo lento”).
- Rispondi al tuo critico interiore: trova un modo che funzioni per te per comunicare con lui, come parlargli, abbracciarlo mentalmente, immaginare di trovare un accordo o prenderlo in giro (senza sminuirlo, l’autoironia può essere molto utile se usata bene).
- Osserva come il critico interiore influenza il tuo comportamento: capire come la voce critica interiore influisce sui nostri comportamenti ci aiuta a cambiare quelli che ci limitano.
- Cambia i comportamenti limitanti: una volta identificate le aree in cui ci limitiamo, possiamo iniziare a migliorare. Possiamo aumentare i comportamenti positivi, anche se dobbiamo aspettarci che il nostro critico interiore possa agitarsi all’inizio perché stiamo affrontando qualcosa di nuovo e sconosciuto. Ad esempio, una persona troppo timida può smettere di evitare le interazioni sociali e cercare di iniziare conversazioni con gli altri.
Buon viaggio di esplorazione!
Se sei interessata/o ad approfondire questo tema insieme a me, sarò lieta di incontrarti tramite una videochiamata o di persona a Verona o a San Giorgio di Piano di Bologna.