Ogni uomo può essere, se se lo propone, scultore del proprio cervello.
Santiago Ramón y Cajal
Per consentire un cambiamento efficace nelle imprese, e non solo, è necessario creare una maggiore consapevolezza. In un mondo in rapido mutamento, diventa sempre più importante essere in grado di affrontare le sfide poste dal cambiamento, sia all‘interno che all‘esterno dell‘organizzazione.
Molti leader aziendali credono che il cambiamento si possa ottenere fornendo informazioni corrette su un determinato problema e incentivando la motivazione dei dipendenti. Tuttavia, questo approccio può rivelarsi riduttivo, poco produttivo e poco utile ai fini del profitto e del benessere sia individuale che aziendale.
Negli ultimi anni i neuroscienziati hanno confermato ciò che molti di noi sanno fin troppo bene: il cambiamento è molto più difficile di quanto pensiamo. Il cambiamento richiede più del semplice pensiero: richiede un’attenzione costante e un notevole sforzo di volontà.
Ci sono molti motivi per cui il cambiamento può essere difficile. Questo mostra la necessità di fornire risorse aggiuntive a chi desidera intraprendere un processo di trasformazione o di miglioramento. Pertanto, allenare il cervello è fondamentale.
La neuroplasticità è l’abilità del cervello
Fino a pochi decenni fa, si credeva che il cervello fosse un organo “non rinnovabile“: nonostante l‘età adulta, si pensava che una volta raggiunta, non si potessero mantenere intatti i neuroni, che morivano lentamente con l‘avanzare dell‘età.
Oggigiorno, sappiamo che il cervello umano è soggetto a costanti cambiamenti, sia fisiologici che strutturali: questo processo, conosciuto come neuroplasticità, è in grado di adattarsi a stimoli esterni ed interni, creando nuove connessioni tra i neuroni e formando nuove reti che rispondono alle nostre esperienze, azioni, pensieri ed emozioni.
Jeffrey Schwartz, neuropsichiatra, autore ed esperto di neuroplasticità riconosciuto a livello internazionale, ha sviluppato il concetto di “neuroplasticità autodiretta“. Si tratta di un processo di modifica intenzionale delle nostre strutture e funzioni cerebrali utilizzando varie tecniche e strumenti. Per chi volesse approfondire il concetto di neuroplasticità e leadership consiglio questa intervista al dott. Schwartz.
Comprendere come il nostro corpo funziona può aiutarci a trovare le risposte che cercavamo ed ecco perché la prospettiva fisiologica è così importante. Concentrarsi su soluzioni piuttosto che sui problemi può essere un ottimo modo per avere successo. Imparare nuove abilità richiede tempo, ma il feedback positivo è un ottimo modo per incentivare il cervello a focalizzarsi su quel compito.
Esplorare come prendiamo decisioni, stabilire obiettivi e scoprire come questi aspetti influenzano la nostra vita è un‘opportunità che non dovremmo mai lasciarci sfuggire.
Quali sono i vantaggi di lavorare con un coach?
Poiché il coaching professionale è un settore giovane e in rapida crescita, le persone a volte sono incerte sulle differenze tra il coaching professionale e le professioni correlate come mentor, terapeuta, formatore ecc.
Un coach utilizza domande, ascolto attivo e osservazione ravvicinata per guidare e supportare un coachee (il cliente del coach) ad acquisire nuove conoscenze, fissare obiettivi, sviluppare piani d‘azione e ottenere il cambiamento trasformativo che cerca.
Il coaching consiste nel chiedere, non nell‘insegnare, trovare soluzioni, lavorare sui traumi ecc. L‘applicazione del coaching produce molti vantaggi importanti e duraturi, tra cui:
- Maggiore chiarezza per un migliore senso dell’orientamento e focalizzazione sugli obiettivi.
- Maggiore consapevolezza e responsabilità.
- Miglioramento della capacità di relazionarsi con gli altri.
- Maggiore fiducia, motivazione e determinazione.
- Miglioramento della produttività personale e dell’efficacia.
- Maggiore intraprendenza e resilienza.
- Migliore qualità della vita.
Grazie alle domande mirate, dette anche domande potenti, del coach, il cervello del cliente viene stimolato ad esplorare nuove idee, senza sentirsi sotto pressione, ma piuttosto pronto ad affrontare un percorso di crescita. In questo modo è possibile definire una visione, identificare i propri limiti e impostare obiettivi ambiziosi, ma allo stesso tempo realistici e stimolanti.
Perché sostengo e promuovo la motivazione intrinseca?
“Le persone spesso dicono che la motivazione non dura. Bene. nemmeno un buon bagno, rispondo io, per questo si raccomanda di farlo ogni giorno.” Zig Ziglar
Esistono persone disposte a pagare ogni giorno un “motivatore” perché quest’ultimo gli ricordi e lo convinca di essere il numero uno.
Comprendo che molte persone sentano il bisogno di avere qualcuno al loro fianco che le sproni e le sostenga correttamente a raggiungere i loro obiettivi. Tuttavia, ritengo che sia altrettanto importante acquisire le competenze necessarie per diventare indipendenti e autosufficienti, senza aver sempre bisogno di un coach.
Avere una forte motivazione intrinseca e non dover ricorrere costantemente a degli stimoli o a delle persone esterne è una grande libertà oltre che soddisfazione.
Nonostante i manager spesso ricorrano al premio per incoraggiare i propri dipendenti, numerosi studi hanno dimostrato che questo modo di agire non è in grado di promuovere la motivazione intrinseca, che è alla base di una creatività, autonomia e cambiamenti duraturi.
Mentre le ricompense estrinseche possono sembrare una soluzione rapida per incentivare i collaboratori, la loro motivazione intrinseca potrebbe essere minata e questo può portare a una diminuzione della qualità effettiva del lavoro svolto. Quando i bonus si esauriscono, i dipendenti sono lasciati con una motivazione interiore ridotta.
Quindi, cosa si fa in questi casi? Una strategia potrebbe essere quella di incoraggiare le persone a riconoscere i loro sforzi e a sviluppare un senso di appartenenza, in modo da offrire loro una motivazione intrinseca sostenibile.
Se sei curioso di sapere come la motivazione possa guidare la tua produttività, allora dovresti leggere “Drive. Cosa davvero guida la nostra motivazione” di Daniel H. Pink. L‘autore sostiene che, oltre a uno stipendio adeguato ed un ambiente lavorativo ottimale, per motivare le persone è fondamentale fornire loro autonomia nel lavoro e comunicare uno scopo finale in modo chiaro. Pink illustra i numerosi vantaggi della motivazione intrinseca sia per le persone che per le organizzazioni.
C‘è qualcosa di straordinario nelle persone auto–motivate: riescono a trovare soluzioni inaspettate e a raggiungere risultati al di sopra delle aspettative. Uno studio, condotto da alcuni ricercatori della Stanford University, ha dimostrato che le parole di incoraggiamento sono più efficaci di qualsiasi incentivo economico o di altro tipo per spingere una persona a dare il meglio di sé.
Come si allena il cervello?
Steven Kotler, autore di bestseller e direttore di The Flow Genome Project (FGP), ha approfondito una ricerca che ci insegna come il cervello rilasci alcuni degli importantissimi neurotrasmettitori come dopamina, serotonina, noradrenalina, anandamide ed endorfine quando ci troviamo nello stato di flow
Cosa significa questo?
Essere nel flusso, significa prendere consapevolezza di noi stessi, dei nostri pensieri, emozioni e valori. Si tratta di uno stato di benessere mentale che può migliorare la concentrazione, permettendoci di sviluppare soluzioni creative ed aiutarci a connetterci con le nostre intuizioni e sensazioni, che spesso ci portano a scelte più efficaci. Aprire la strada alla propria motivazione interiore permette di scoprire il vero scopo di ciascuno di noi.
Per accedere all‘esperienza di flow, dobbiamo prima affrontare le nostre convinzioni limitanti, prendere in considerazione i nostri pensieri e azioni che possono impedirci di sfruttare tutte le nostre risorse, e mettere in atto una visione olistica della persona.
Così facendo, potremo interagire con il nostro sistema mente–corpo-spirito in modo da ottenere i massimi vantaggi dai nostri obiettivi, abitudini e desideri di cambiamento, mantenendo il cervello sempre al sicuro.
Siamo tutti intrappolati in schemi di pensieri, emozioni e azioni che possono essere difficili da interrompere. Quando focalizziamo la nostra attenzione su esperienze negative, talvolta ciò può portarci a schemi di pensiero limitanti e basati sulla paura.
È per questo motivo che sostengo l‘importanza di lavorare sulla consapevolezza: essa ci aiuta a prendere coscienza di ciò che stiamo facendo nella nostra vita. Smettere di vivere in modo automatico ci dà il potere di osservare i nostri pensieri e azioni, dandoci più potere personale nella scelta di ciò che è davvero importante.
Con decine di ricerche, come quelle del neurochirurgo Sanjay Gupta, gli scienziati hanno scoperto che i nostri cervelli hanno un alto potenziale di plasticità. I neuroni sono in grado di ricablare le loro connessioni per rispondere ai nuovi stimoli.
La neuroplasticità del cervello comprende la neurogenesi (la formazione di nuovi neuroni) e la sinaptogenesi (la formazione di nuove connessioni tra neuroni). Possiamo sfruttare al meglio queste due cose grazie alla meditazione, all’auto-osservazione riflessiva, alla consapevolezza, alle domande significative, alla visualizzazione e perfino alla musica e alla respirazione corretta.
Come il Mental Training ha aiutato Cristian
Cristian, manager, 47 anni, ha sempre lavorato in un ambiente stressante e competitivo come quello degli affari. Cristian si rendeva conto che la sua memoria e la sua concentrazione stavano diminuendo con il tempo, ma non ci aveva fatto molto caso fino a quando non si rese conto che stava perdendo l’opportunità di un importante contratto a causa della sua incapacità di concentrarsi e di ricordare i dettagli delle trattative.
Preoccupato per la sua situazione, Cristian decise di cambiare le cose e di iniziare il percorso di Coaching NeuroRelazionale per aumentare la propria consapevolezza e conoscenza di sè. Oltre al percorso di Coaching, iniziò a fare giochi di memoria, a risolvere enigmi e a leggere libri per stimolare il suo cervello. Presto notò miglioramenti significativi nella sua capacità di concentrarsi e di ricordare le informazioni.
Con il tempo, si rese conto che l’allenamento era diventato una parte importante della sua routine quotidiana e che gli aveva permesso di migliorare non solo la sua performance lavorativa, ma anche la sua qualità di vita in generale. Questa storia mostra come l’allenamento possa essere importante per chi desidera mantenere la mente in forma e migliorare le proprie prestazioni in vari ambiti della vita.
Per concludere, ricapitolando i temi trattati, allenare il proprio cervello è un ottimo modo per trasformare se stessi, ridurre i limiti, trovare la motivazione, imparare a conoscersi, costruire una nuova mentalità ed essere consapevoli di ciò che ci circonda. È un processo indispensabile per chi desidera raggiungere i propri obiettivi, perché aiuta a creare solide basi che ci spingeranno in avanti verso il successo.