Essere soli può essere una cosa spaventosa per alcune persone, ma c’è una cosa che potenzialmente può trasformare la solitudine in qualcosa di positivo: “solitudine positiva”

In un mondo di relazioni sociali sempre più interconnesse, non sorprende che la solitudine sia vista come qualcosa di negativo. Nella nostra cultura, essere soli significa essere isolati e non connessi con gli altri. 

Essere felici da soli è un’abilità di vita che troppo spesso viene trascurata nella nostra corsa alle relazioni.

Una solitudine produttiva può aiutarci a connetterci con noi stessi e a trarre beneficio dalla vita. La solitudine positiva non si verifica perché ci sentiamo disconnessi dagli altri; è qualcosa che cerchiamo deliberatamente. Piuttosto che essere soli o rimuginare su esperienze negative, usiamo il tempo solitario per la contemplazione, la riflessione o la creatività.

Esistono diversi tipi di solitudine e ne parlo più approfonditamente nel mio articolo “Cosa rende una vita felice”.

Uno dei principali vantaggi della solitudine sana è che ci permette di prendere tempo per noi stessi. Ciò significa che possiamo dedicare del tempo per riflettere su come ci sentiamo, di cosa abbiamo bisogno, su chi siamo realmente, cosa vogliamo e come possiamo raggiungere i nostri obiettivi. 

Un altro grande vantaggio della solitudine sana è che ci aiuta a sviluppare la creatività. Quando siamo soli, abbiamo più tempo per esplorare nuove idee e soluzioni.  

Infine, la solitudine sana può aiutarci a essere più produttivi. Quando siamo soli, non dobbiamo preoccuparci di ascoltare gli altri o di soddisfare gli altri. Ciò significa che possiamo concentrarci su ciò che conta davvero e su come possiamo fare meglio le cose.

Come trasformare la solitudine in un’opportunità di crescita personale

Una delle mie clienti, una donna di nome Federica (nome di fantasia), mi ha raccontato una storia che dimostra quanto la solitudine possa essere positiva. Un giorno, Federica decise di fare un viaggio da sola. Era un po’ preoccupata all’inizio, ma alla fine decise di accettare la sfida. Durante il suo soggiorno, Federica scoprì che le piaceva molto stare da sola. Si sentiva libera di fare ciò che voleva, di esplorare nuovi posti e di conoscere nuove persone.

Durante il suo viaggio, Federica scoprì che la solitudine non doveva essere una sensazione di isolamento, ma invece un momento di libertà, di scoperta e di apprezzamento della vita. Iniziò a prestare maggiore attenzione al mondo che la circondava, a osservare le persone che incontrava e a prendere decisioni più etiche.

Quando tornò a casa, Federica era una persona diversa. Si era sentita piena di energia e di vitalità, e aveva acquisito una nuova consapevolezza di sé e della vita. Aveva scoperto la solitudine sana.

Possiamo imparare molte cose da Federica: la solitudine può essere un’opportunità per connetterci con noi stessi, per esplorare i nostri pensieri e sentimenti e per prendere il tempo di fare ciò che ci piace. Quando siamo soli, possiamo anche imparare ad apprezzare la nostra individualità e ad amare noi stessi.

Ci sono anche ricerche scientifiche a sostegno della solitudine positiva. Nel 2011, i ricercatori hanno scoperto che la solitudine sana è correlata a una migliore leadership e decisioni più etiche. Allo stesso modo, è stato sostenuto che questo tipo di solitudine può migliorare il funzionamento esecutivo. (Long & Averill, 2003 ). 

La solitudine positiva può essere uno strumento molto utile nella nostra vita. Quindi, la prossima volta che ti senti solo, prenditi un po’ di tempo per te stesso, perché potrebbe essere un’esperienza davvero positiva.

Quando impari a conoscere e rispettare te stesso, impari anche a relazionarti con gli altri. La solitudine può aiutarti ad essere più aperto e vulnerabile (e non è una cosa negativa) con gli altri, e a sentirti più vicino a loro. 

Vivere una vita piena e soddisfacente significa imparare a gestire la solitudine.

Come ho trasformato la solitudine in un’opportunità di crescita e miglioramento personale

Quando mi trasferii in Italia all’età di 14 anni, mi sentivo completamente sola. Non avevo amici e mi sentivo insicura di poter comunicare liberamente in una lingua totalmente nuova per me. Per i primi 10 mesi, mi chiusi in me stessa, ero timida e non volevo stabilire un contatto con i miei nuovi compagni di scuola, sia per vergogna di non riuscire a comunicare bene, sia perché era una sfida per me affrontare quella situazione.

Piangevo spesso e a volte venivo presa in giro dagli altri bambini per il mio accento diverso, ma un giorno mi dissi: “non importa! Imparerò questa lingua perfettamente, mi toglierò l’accento e quando vorrò, mi ri-trasferirò a casa mia ma avrò dimostrato che sono capace“. Era una sorta di sfida tra me e me.

In qualche modo, sapevo che quella profonda solitudine era importante, anche se faceva male, soprattutto a quell’età. Mi rifugiavo nei miei pensieri, trascorrendo ore ad ascoltare musica, leggere e scrivere in italiano.

Quella sfida contro me stessa è stata vinta alla grande: ho imparato la lingua, ho completamente eliminato l’accento, mi sono fatta molti amici e, come potete immaginare, non mi sono ri-trasferita.

Grazie a quelle sfide e a quelle difficoltà, ho imparato molte cose nuove e ho scoperto cosa significa davvero mettersi alla prova. Credo che sia grazie a quei momenti che ho capito quanto la solitudine possa essere un’opportunità di miglioramento.

Adesso, da adulta, ho bisogno di ritagliarmi diversi momenti di solitudine per ricaricare le mie energie che mi permettono di essere ancora più presente ed efficiente nelle mie relazioni e nel mio lavoro.

Per me, quella solitudine è stata un toccasana per imparare che la forza di affrontare le sfide della vita la potevo trovare solo dentro di me.

Per concludere, la solitudine può essere uno strumento prezioso per sviluppare le nostre qualità e necessaria affinché gli altri inizino a rispettarci, apprezzando le nostre scelte e noi stessi per quello che siamo.

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