Io e Inna ci siamo incontrate per la prima volta a scuola a soli sei anni in un piccolo paese ucraino di 3000 abitanti. È da qui che ha preso il via la nostra amicizia, una connessione indissolubile che dura da ben 26 anni.

Oggi voglio condividere con voi la storia di questa amicizia speciale, di come Inna mi abbia ispirato sin da quei giorni lontani, e ancor di più, di come la sua forza e il suo coraggio siano diventati fonte di ispirazione in un momento così difficile per il nostro Paese, quando la guerra ha fatto la sua comparsa nella nostra vita.

Da bambine, eravamo inseparabili, destinate a condividere i momenti più preziosi e i segreti più profondi della nostra vita. Poi, a soli 14 anni, è arrivato per me il momento di prendere una decisione importante. Ho scelto di trasferirmi in Italia per studiare. Quel giorno d’agosto del 2005 rimarrà sempre impresso nella mia memoria. Le lacrime scorrevano come fiumi mentre ci salutavamo. Inna e io eravamo devastate. Cresciute insieme, da compagne di classe a migliori amiche.

La mancanza di mezzi di comunicazione moderni rendeva difficile rimanere sempre in contatto. Le telefonate in Ucraina erano costose, WhatsApp non esisteva ancora e le visite erano rare. Tuttavia, ogni volta che ci riunivamo, sembrava che il tempo non fosse mai passato. Negli anni ho partecipato alla sua laurea, al suo matrimonio e persino al battesimo di sua amata figlia, diventandone la madrina. La nostra amicizia è rimasta sempre solida come una roccia.

Guerra e angoscia

Nel 2022, mentre la guerra infuriava in Ucraina, i miei primi pensieri e l’angoscia di quella mattina in cui tutto è iniziato sono andati alla mia famiglia e alla famiglia di Inna. Non scorderò mai quella mattina appena sveglia, quando ho preso il telefono e ho visto il messaggio di mia mamma che diceva: “Stiamo bene, stiamo cercando di scappare per andare in campagna.”

Ero annebbiata, tremante e in lacrime, sperando che fosse solo un incubo e che stessi ancora dormendo, cercavo di chiamarla. Nel frattempo, leggevo le notizie e ho visto che il missile nella mia città era caduto sull’aeroporto, a soli 3 km da casa nostra. In quel momento mi sono gelata, i miei pensieri andavano a mia mamma, alla nonna, a mio fratello, alla mia nipotina di 10 anni e a Inna e sua figlia di soli 4 anni. Sentivo l’urgenza di fare qualcosa, e mi sentivo così impotente.

I giorni passavano, la guerra avanzava e le nostre conversazioni con Inna erano un rifugio in cui condividevamo notizie, pensieri ed emozioni. Ho insistito affinché venisse da me con la sua figlia, mentre le sirene suonavano ogni ora e i missili cadevano a pochi chilometri dalla sua casa. Inna ha considerato l’idea di fuggire, ma il suo cuore giustamente è legato alla sua terra, alla sua famiglia, alla sua casa.

La Forza straordinaria: un faro di determinazione

Ha fatto la scelta di restare lì, al fianco del suo marito e della sua famiglia, ma nel frattempo, è sempre pronta a partire con una borsa contenente l’essenziale nel caso dovesse fuggire. Nonostante le sfide legate alla salute, le paure per il futuro, le insonnie e le continue preoccupazioni, è sorprendente e doloroso come ci si possa abituare a una nuova realtà.

Per lei, per i miei familiari e per milioni di ucraini, questa è diventata la “normalità,” anche se atroce. Assisti ai tuoi compagni di classe dirigersi verso le trincee, partecipi a funerali, hai ormai esaurito tutte le lacrime e controlli il cellulare ogni minuto nella speranza che il tuo parente/amico/marito in guerra ti abbia scritto. Oppure senti l’allarme del cellulare che ti annuncia di cercare riparo in un luogo sicuro perché i missili stanno per arrivare, e nessuno sa con certezza dove cadranno. È una realtà surreale, una normalità imposta dalla tragedia.

I sogni come guida

I mesi scorrono e la nosta città, Ivano-Frankivs’k, era una delle meno colpite dai bombardamenti russi, e molte persone e aziende si sono trasferite lì in cerca di sicurezza.

Un giorno, quasi sottovoce e con un grande senso di colpa che si faceva largo, Inna mi confidò il suo desiderio di aprire un negozio di abbigliamento.

Il senso di colpa in situazioni come queste è travolgente. L’educazione cristiana, in questo contesto, non aiuta, poiché inconsciamente assorbiamo il messaggio che non è possibile sognare o immaginare qualcosa di bello quando ci sono così tante persone che soffrono.

Anche io ho vissuto un periodo con questo stato d’animo. Mi trovavo in Italia, al sicuro, in pace e al caldo, mentre la mia famiglia era intrappolata in un dramma, trascorrendo mesi nei bunker, senza luce e con sirene angoscianti. Ho sperimentato momenti in cui uscire a fuori cena sembrava sbagliato, e questo senso di colpa mi tormentava costantemente. La situazione era profondamente ingiusta per loro, e mi sentivo impotente di fronte a tutto ciò.

In uno di quei momenti, ho trovato conforto nelle parole potenti di Nelson Mandela: ‘La pace è un sogno, può diventare realtà… Ma per costruirla, bisogna essere capaci di sognare.’

Ho iniziato a sognare ancora di più. Continuo a sognare la pace per il mio Paese e per tutta l’umanità. Sogno il giorno in cui il bene possa davvero trionfare e in cui coloro che si divertono a giocare con le vite umane possano semplicemente scomparire.

Ho compreso profondamente quanto sia fondamentale coltivare la propria pace interiore, il proprio spazio sicuro dentro di sé, per essere d’aiuto a chi vive il dolore e la ferocità dall’altra parte. Se sono in equilibrio e ho la forza, posso davvero essere d’aiuto agli altri.

Così ho coltivato i miei sogni e ho realizzato cose davvero importanti e profonde per la mia vita nell’ultimo anno. Ho anche continuato a sostenere Inna nel suo progetto grazie alla sua straordinaria forza e determinazione.

Il coraggio di agire

La vita scorreva, e all’inizio della primavera del 2023, Inna era pronta a creare. Anche in tempi di guerra, quando la morte e la distruzione sembrano prevalere, c’è un bisogno fondamentale di creazione, di vita, di una boccata d’aria fresca. Forse, proprio in questi momenti, questo bisogno si fa più urgente e profondo.

Così, con passi consapevoli ma decisi, Inna ha preso la decisione di aprire una boutique di abbigliamento. Ha intrapreso il cammino per realizzare il suo sogno, cercando uno spazio adatto, arredando il negozio e selezionando fornitori con accordi commerciali vantaggiosi. Alla fine di giugno mi ha scritto con entusiasmo che era pronta per l’apertura. Nel grande giorno, le ho inviato un messaggio vocale carico di emozioni, felicità e orgoglio. Le ho espresso la mia gratitudine per essere un esempio di determinazione e le ho augurato il massimo successo.

In appena tre settimane, mi ha comunicato che il suo negozio stava andando meglio di quanto avesse mai immaginato e ha persino deciso di espandere la sua offerta includendo abbigliamento maschile e stava assumendo una persona.

Le sue sfide personali, la paura e il dolore causati dalla guerra non l’hanno fermata. Inna ha scelto di onorare la vita, di non cercare scuse, di non dire “sono tempi difficili, aspettiamo la fine della guerra e vediamo”, o “ora è troppo pericoloso”, e così via. È consapevole di tutti i rischi e dell’incertezza che circonda ogni giorno, ma non si lascia scoraggiare.

La Libertà di Scegliere il Nostro Atteggiamento

Questa storia ci insegna che la vita è adesso, anche nelle avversità. Non dobbiamo cercare scuse, ma possiamo scegliere il nostro atteggiamento in ogni situazione, onorando e rispettando la vita.

Nelle aziende, spesso chiedono di parlare di leadership ispiratrice e concetti simili. Credo che persone come Inna e tutti coloro che perseverano durante le crisi personali, economiche o globali, siano autentiche fonti d’ispirazione e veri leader grazie al loro esempio.

In mezzo alle crisi è fondamentale trovare quel momento in cui ascoltare il nostro cuore, raccogliere la nostra forza interiore e agire. Può essere un passo molto timido, ma è un passo! per quanto possa sembrare una cosa insignificante per gli altri,  per noi può rappresentare tutto. Quel passo va compiuto!

Quando il nostro cuore ci chiama, dobbiamo avere il coraggio di rispondere, perché la vita merita di essere vissuta pienamente, nonostante le avversità.

Questo racconto non è una filosofia astratta o una semplice dose di motivazione. È la cruda realtà. Spero che possa penetrare nei cuori di coloro che esitano a intraprendere una strada per paura del giudizio altrui, per la paura di fallire o per qualsiasi altra ragione.

Inna ha dimostrato che anche in tempi di guerra e paura, è possibile agire invece di rimanere fermi ad aspettare “tempi migliori”. Agiamo con determinazione e amore, sempre.


Tutto può essere tolto ad un uomo ad eccezione di una cosa: l’ultima delle libertà umane – poter scegliere il proprio atteggiamento in ogni determinata situazione, anche se solo per pochi secondi. Viktor Frankl

 

La tua iscrizione non può essere convalidata.
La tua iscrizione è avvenuta correttamente.

Newsletter

Abbonati alla nostra newsletter e resta aggiornato.

Utilizziamo Brevo come piattaforma di marketing. Inviando questo modulo, accetti che i dati personali da te forniti vengano trasferiti a Brevo per il trattamento in conformità all'Informativa sulla privacy di Brevo.