“In fin dei conti, ciò che amo di più sono i rapporti umani. Con l’immancabile supporto di mia moglie e dei miei compagni ho vissuto la mia vita al massimo. Sono le amicizie che ho stretto e i legami familiari che ho coltivato che mi hanno fornito quel senso di soddisfazione per una vita ben vissuta e mi hanno reso quello che sono.”

 

Lee Kuan Yew

Io mi trovo estremamente in linea con questa riflessione. Ho sempre investito molto tempo ed energie nelle mie relazioni e ne sono estremamente soddisfatta.

I legami forti, che ho instaurato, mi hanno aiutato a rimanere centrata nei momenti più difficili della mia vita.

Prendendo come esempio l’ultimo periodo, ovviamente penso alla guerra in Ucraina. Ho tutta la mia famiglia là e da quel 24 febbraio 2022 ogni giorno mi sveglio e vado a dormire con lo stesso pensiero rivolto a loro.

L’Italia è casa mia e ci vivo da quando sono bambina, ma quando è stato toccato così barbaramente il Paese dove sono nata e cresciuta, qualcosa di estremamente pesante si è abbattuto sul mio cuore. In tutti questi mesi ho avuto l’ennesima conferma che, quando la paura viene a bussare alla tua porta, ciò che può veramente cambiare il modo di vivere una situazione e aiutare a essere più lucidi, sono le relazioni appaganti e le persone che ci stanno accanto.

È una grande ricchezza avere con chi parlare da cuore a cuore, chi sa comprendere, chi ti abbraccia forte, chi sa ascoltare il tuo pianto, i tuoi sorrisi e anche il tuo silenzio. A volte non ci sono molte parole, ma esiste il silenzio che sa empatizzare senza alcuna frase d’effetto o gesto eclatante.

Cosa serve quindi per vivere bene?

Possedere un’attività in forte espansione

una carriera rispettata

un veicolo di lusso

una casa da sogno

….

Queste cose ci danno davvero una felicità duratura?

La domanda principale quindi è: qual è “l’unica cosa” che ci mantiene felici e in salute mentre percorriamo il nostro viaggio della vita?

 

 

La ricerca di Hardvard sulla felicità

Gli scienziati dell’Università di Harvard, dal 1938 stanno conducendo ricerche su cosa rende veramente felici le persone. Nel 2013, dopo 75 anni i ricercatori hanno fatto le prime considerazioni pubbliche:

“La scoperta sorprendente è che le nostre relazioni e quanto siamo felici nelle nostre relazioni hanno una forte influenza sulla nostra salute; prendersi cura del proprio corpo è importante, ma prendersi cura delle nostre relazioni è anche una forma di cura di sé”.

Lo studio ha inoltre rivelato che le nostre relazioni intime, più del denaro o della fama, sono l’elemento chiave per essere soddisfatti e realmente felici.

In questo video di TED, lo psichiatra e direttore della ricerca sopracitata, Robert Waldinger, condivide tre importanti lezioni apprese dallo studio, oltre a una saggia e antica pratica su come costruire una vita appagante.

Waldinger ci dice: “Si scopre che le persone che sono più socialmente legate alla famiglia, agli amici e alla comunità sono più felici, sono fisicamente più sane e vivono più a lungo delle persone che sono meno connesse agli altri” e poi continua, “le persone che sono più isolate di quanto vorrebbero essere dagli altri, scoprono di essere meno felici, la loro salute peggiora prima nella mezza età, il funzionamento del loro cervello diminuisce prima e vivono vite più brevi rispetto alle persone che non sono sole“.

Coltivare le relazioni è una parte essenziale della nostra vita: fa sì che ci nutriamo, costruiamo la nostra felicità, abbiamo persone su cui possiamo contare e con cui condividere il bello e il meno bello.

La cura delle relazioni, infatti, è il fondamento di una vita ricca e appagante: ci aiuta a sentirci meno soli e più forti, trasformando le nostre giornate in qualcosa di speciale.

I rapporti duraturi, autentici e nutrienti non capitano per caso, non sono frutto di una fortuna, non passano in eredità e non si trovano sotto l’albero di Natale. Le relazioni hanno bisogno di essere accudite con il cuore, con l’attenzione, con la dedizione e con la condivisione.

 

 

Diversi tipi di solitudine (e tanti modi di stare insieme)

Una persona con la quale ho lavorato non molto tempo fa, ad un’età già avanzata, si è resa conto di non aver mai costruito ponti relazionali e di non essersi mai preoccupata di nutrire le sue relazioni. Il risultato finale?

Una profonda solitudine: quella spaventosa, assordante, dolorosa. Esistono diversi tipi di solitudine:

Solitudine fisica: quando una persona vive da sola e non ha contatti con altre persone.

Solitudine emotiva: quando si sente soli in una relazione o in un ambiente sociale, anche se circondati da persone.

Solitudine interiore: la sensazione di essere isolati dal mondo, anche quando si è in una relazione o circondati da persone.

Solitudine cronica: quando si prova una costante sensazione di solitudine e isolamento che può influire sulla salute mentale.

Esiste anche una solitudine positiva: ne parlo nel mio articolo “Solitudine positiva: di cosa si tratta e come sfruttarla per ritrovare se stessi“.

Una persona potrebbe avere una famiglia, dei figli, dei colleghi, ma questo non significa che abbia creato dei legami.

Di fronte a diversi tipi di solitudine, ci sono diversi modi per stare insieme, ma sta a noi la scelta.

Un’amicizia non deve necessariamente significare uscire insieme e raccontarsi le proprie conquiste finanziarie o amorose. Essere in una relazione di coppie, avere un’amicizia appagante può anche significare sedersi uno di fronte all’altro e spogliarsi delle proprie paure senza temere di essere giudicati.

Unamicizia sincera, un amore o un legame importante e profondo non hanno bisogno di essere mostrati sui social media per dimostrare quanto siamo felici o uniti.

Mi è capitato di sentire alla radio un’intervista di un personaggio famoso che ha concluso da poco la sua storia d’amore durata moltissimi anni. Le parole sono state qualcosa come “non andava bene da troppo tempo, ma ho preferito mostrare il contrario con le foto di noi due sempre felici, anche nei momenti in cui non ci guardavamo per giorni, forse addirittura per settimane.”

Alcune persone famose vantano migliaia o addirittura milioni di follower e, a volte, si sentono costrette a mostrare una vita e delle relazioni “perfette”. Tuttavia, non è sempre tutto così impeccabile: infatti, spesso, queste persone così popolari e disinibite nel parlare a migliaia di persone, non riescono a instaurare rapporti duraturi che siano fonte di serenità e di pace per loro.

Come diceva la cantautrice Joan Baez: “è più facile per me comunicare con diecimila persone. La cosa più difficile è saper comunicare bene con una”.

Il benessere personale e la soddisfazione relazionale non arrivano se cerchi di far finta che vada tutto bene. L’amore, la stabilità e la fiducia devono essere coltivati attraverso i piccoli gesti, quelli che nutrono: l’ascolto, la presenza e una comunicazione sana.

 

 

Dare tutto in una relazione, è un bene?

Parto da un esempio:

La madre di una bimba di 16 anni era provata e triste, poiché la bambina, da molto tempo, non la rispettava e le parlava raramente, pretendendo però molto dai suoi genitori.

A quanto pare, essendo lei e il marito ad avere una sola figlia, l’hanno viziata moltissimo, comprandole sempre vestiti di marca all’ultima moda, nuovi giochi ogni due giorni e portandola sempre in vacanza in posti “cool”, in modo che la ragazzina possa sentirsi sempre fiera dei suoi genitori.

Queste scelte sono rispettabili, ma alla fine ho chiesto alla persona venuta da me, se oltre a tutto quel che mi descriveva, ci fosse anche il dialogo, l’ascolto, le regole, il feedback ai vari comportamenti della figlia. La risposta è stata no.

Qui le cose si complicano, poiché quando si hanno molto denaro, fama e successo, si rischia di perdere la cosa più importante: il saper tessere le relazioni.

I giovani modellano il loro comportamento sui membri della loro famiglia, quindi la ricerca del dialogo e della condivisione deve partire dagli adulti.

A volte arriva l’obiezione del tempo: “non abbiamo molto tempo a disposizione. Per non far mancare nulla, dobbiamo lavorare molto“.

La mancanza di tempo non sempre ci permette di coltivare tutti i nostri rapporti: alcuni possono essere vissuti quotidianamente, altri settimanalmente, altri ancora mensilmente o annualmente.

Anche chi vediamo molto raramente può essere una persona molto importante per noi e il nostro benessere. Ti è mai capitato di avere una persona lontana e frequentarla di rado, ma di avere una netta sensazione che puoi contare su quella persona in qualsiasi momento?

Ci sono, diversamente, persone che vediamo o sentiamo ogni giorno ma, in un periodo difficile, magicamente spariscono o si allontanano. Quindi, cosa conta davvero?”

Grazie alla mia esperienza personale e professionale, sostengo fermamente che la qualità delle relazioni sia più importante della quantità. Osservando e analizzando le relazioni, ho riscontrato che la qualità si rivela un fattore fondamentale per il successo di ogni relazione.

Ciò significa che una relazione di qualità può avere un maggiore impatto rispetto a più relazioni di bassa qualità. Pertanto, la qualità è un elemento fondamentale per stabilire forti legami e relazioni durature.

Pratichiamo la presenza nelle nostre relazioni: a colazione, nei weekend, a cena.. possiamo rinunciare al nostro telefono e dedicare del tempo di qualità al nostro partner, ai nostri figli, agli amici e così via. Si tratta di creare nuove abitudini, tenendo ben in mente che questo farà bene a noi, alla nostra salute e ai nostri rapporti.

 

 

4 semplici modi per iniziare a coltivare buone relazioni

 

  1. Una potente domanda come ti senti?” potrebbe essere un primo passo importante. Non accontentavi di un semplice “bene”, ma cercate sempre di esprimere, voi in primis, un’emozione: “mi sento: felice, triste, gioiosa, arrabbiato…”
  2. Con i bambini o gli adolescenti spesso è utile innanzitutto ascoltare e cercare di capire cosa vogliono dire. Dì loro: “Sembra che tu ti senta _______”. Cerca di metterli a loro agio ascoltando rispettosamente e riconoscendo prima le LORO emozioni, prima di discutere i tuoi sentimenti. Prova a dire: “Capisco che ti senti ______. Io mi sento ________.” In questo modo si garantisce che nessuno lasci la conversazione con la sensazione che le proprie emozioni siano state liquidate come non importanti.
  3. Riconoscere e ringraziare per le cose che una persona fa per noi. Gli esercizi di gratitudine possono anche farci sentire più vicini ai nostri partner romantici, rafforzare le nostre amicizie e persino renderci colleghi migliori al lavoro. Identifica ciò che che una persona fa per te e ringraziala, non dare per scontato piccoli gesti quotidiani!
  4. L’auto-rivelazione: è una potente tecnica di sviluppo dell’intimità e vicinanza emotiva con un partner, amico o genitore. Condividere un segreto o le proprie vulnerabilità, infatti, mostra una grande fiducia nella persona e può aiutare a sviluppare la reciproca vicinanza, l’intimità di un rapporto, aiutando così a creare un legame più forte e duraturo.

In conclusione, cito il dott. Robert Waldinger:

“Se non hai un gruppo numeroso di amici o non hai una relazione affettiva stabile, non preoccuparti. Una persona ha bisogno solo di poche relazioni strette per essere felice. È la qualità delle tue relazioni intime che conta.

 

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