Hai mai avuto l’impressione di non meritare il tuo lavoro, il tuo partner o i tuoi successi?
Ti sembra di non riuscire a vivere appieno il presente, di non essere in grado di goderti la tua famiglia, la tua nuova posizione economica, professionale o familiare, perché senti che c’è qualcosa che ti blocca?
Immagina di essere al culmine della tua carriera, hai appena ricevuto una promozione importante e un riconoscimento straordinario da tutta l’azienda.
Sei lì, seduto alla cena di celebrazione, circondato da colleghi, amici e familiari.
Improvvisamente, senza preavviso, una voce nella tua testa comincia a gridare che sei un’imbroglione, che non meriti tutto questo successo, che sei stato solo fortunato.
Se ti è capitato, allora conosci la “sindrome dell’impostore”.
Non sei solo/a poichè non è una condizione così rara o insolita.
Si tratta di una una condizione che coinvolge più del 70% delle persone ad un certo punto della loro vita, secondo uno studio dell’International Journal of Behavioral Science.
Questa sindrome è stata identificata per la prima volta dalle Pauline R. Clance e Suzanne A. Imes, che hanno notato come molte donne di successo attribuissero i loro traguardi alla fortuna anziché alle proprie capacità.
Tuttavia, la ricerca della Dott.ssa Bassima Tewfik, “The Impostor Phenomenon Revisited: Examining the Relationship between Workplace Impostor Thoughts and Interpersonal Effectiveness at Work“, dimostra che questa sindrome non deve necessariamente impedirti di avere una carriera e una vita personale soddisfacenti.
In effetti, le persone che riconoscono di avere questa sindrome spesso eccellono nel lavoro di squadra, nella cooperazione e nella socializzazione.
Nonostante le loro paure e insicurezze, sono in grado di collaborare efficacemente con i colleghi e di costruire relazioni positive sul lavoro.
In sintesi, la Dott.ssa Tewflik ha dimostrato che anche se può essere difficile gestire le proprie auto-critiche, questa sindrome non deve necessariamente essere un ostacolo alla carriera, alla vita personale e alla vita professionale soddisfacenti.
Il motivo per cui non ci si sente degni di ricevere i doni della vita
La sensazione di inadeguatezza di vivere le cose belle della vita può colpire chiunque, dai professionisti agli studenti fino alle persone di successo.
La mia domanda ora è: quanto è importante trovare la causa di questo fenomeno?
Ho conosciuto molte persone che hanno passato anni della loro vita alla ricerca della causa del loro senso di colpa o della sensazione di non meritare. Spesso viene promessa una soluzione rapida e infallibile, ma la verità è che non esiste una risposta unica e universale.
Sei mai rimasto intrappolato nell’ossessionante ricerca del perché?
La continua ricerca della soluzione perfetta può impedirti di agire per mesi, addirittura anni, aspettando un cambiamento miracoloso.
La verità è che non devi attendere che accada qualcosa di straordinario.
Ci sono molti motivi per cui potresti sentirti non meritevole di ciò che hai attorno a te.
Le pubblicità ci bombardano con messaggi che ci dicono di acquistare cose per sentirsi amati, accettati e di avere successo.
Inoltre, gli effetti dei social media sulla nostra autostima sono reali. Troppi valutano il successo della propria vita in base al numero di follower.
Il sistema educativo spesso ci insegna che la nostra dignità come studenti si basa sui nostri voti o sui punteggi dei test.
Esistono anche i traumi infantili o l’abbandono dei genitori che possono mettere in discussione il diritto di esistere.
Qualunque sia la causa, per molti l’autostima è legata ai successi e ai possedimenti. Quando sbagliano o perdono l’approvazione, sperimentano la sensazione del fallimento come persone.
Cosa puoi fare per contrastare la sensazione di non meritare le cose belle che la vita ti sta offrendo?
Il non sentirsi meritevoli ha molto a che fare con la fiducia in se stessi.
Ho sentito che alcune persone hanno paura di mostrarsi “troppo felici” per i loro successi e le cose belle della vita, poiché temono di non essere abbastanza umili.
Tuttavia, la vera umiltà è comprendere che la vita non commette errori e che i doni che hai sono destinati a te. Accettare un dono con gratitudine e usarlo al meglio delle tue capacità richiede umiltà.
Spesso chiedo ai miei clienti: “Se avessi una chiara percezione del tuo valore, cosa faresti?” oppure “Cosa smetteresti di fare se sapessi di esserne già degno?”.
Non devi nascondere la tua felicità per essere considerato umile. Invece, permettiti di gioire, abbraccia i tuoi successi e le belle cose della vita con gratitudine e umiltà, e usa i tuoi doni al meglio delle tue capacità.
Spesso ci trasciniamo dietro preconcetti su come dovremmo pensare, sentire o apparire diversi, ma la vera liberazione arriva quando riusciamo a lasciar andare questi pensieri limitanti. Concentrati sulle qualità che ami di te e falle risplendere.
Inizia con il primo step: Gratitudine.
So che ne hai sentito parlare molte volte, ma trovare il tuo modo personale di sentirsi grato è essenziale.
Dedica del tempo ogni giorno per individuare almeno 3 cose, situazioni, persone per cui sei grato.
Per rendere la tua pratica ancora più potente, puoi tenere un quaderno della gratitudine, esprimere la gratitudine a voce alta oppure prenderti un momento di sana solitudine per sentirla dentro di te.
E perché non scegliere un simbolo che rappresenta la tua gratitudine?
Un sassolino tenuto in tasca o nella borsa potrebbe essere quel qualcosa in più che ti aiuta a mantenere il focus sulla tua gratitudine.
E non aspettare, inizia a praticare la gratitudine oggi stesso!
Il secondo suggerimento è quello di Essere Gentile e Paziente con te stessa/o e trattarti con rispetto.
Inizia con la consapevolezza dei tuoi pensieri.
Quando un giudizio negativo emerge nella tua mente, fai un passo indietro e cerca di considerarlo oggettivamente come se fosse l’opinione di qualcun altro, invece di accettarlo come la tua verità.
Prova a rispondere gentilmente ma con fermezza alla voce interiore giudicante e nota i risultati.
Ricorda che non solo meriti di essere felice, ma anche di rispettare e amare te stesso.
La terza raccomandazione consiste nel trascorrere del tempo con le persone che ci fanno bene e alle quali facciamo bene. La vita non riguarda solamente la nostra felicità personale, ma anche le relazioni che abbiamo con gli altri.
Per questo motivo, è importante ricordarsi di dedicare il tuo tempo agli altri, sia per condividere momenti di felicità che per sostenere e aiutare quando necessario.
A volte ci ritroveremo ad ascoltare un’amica che ha bisogno del nostro aiuto per diverse ore, oppure organizzeremo una riunione con il nostro team per far sapere loro quanto li apprezziamo e quanto sono importanti per noi.
Il valore che diamo agli altri è un elemento fondamentale della nostra autenticità e contribuisce alla costruzione di relazioni durature e significative.
L’amor proprio sta diventando sempre più popolare e ci viene detto ovunque di concentrarci su di noi stessi, di avere rispetto per noi stessi e di prendersi cura dei nostri bisogni.
Tutto questo è vero ed è importante, tuttavia è bene ricordare che trovare un equilibrio tra l’attenzione per stessi e quella per gli altri è un passo fondamentale per costruire relazioni soddisfacenti e godere appieno di tutte le meraviglie che la vita ha da offrire.
Passare dal “io” al “noi” è una scelta che ci arricchisce e ci fa sentire parte di qualcosa di più grande di noi stessi.
Autostima incondizionata
Si tratta di una forma di amore e rispetto per sé che va al di là del valore che diamo alle nostre azioni o ai nostri risultati.
L’autostima incondizionata ci spinge a riconoscere il nostro valore intrinseco come esseri umani, indipendentemente da ciò che facciamo o di ciò che gli altri pensano di noi.
Significa accettare le nostre imperfezioni e le nostre debolezze senza giudizio, e guardare a noi stessi con gentilezza e comprensione.
L’autostima incondizionata è sentire profondamente di meritare di vivere questa vita, di essere amati e di godere delle relazioni, del lavoro o di qualsiasi cosa bella possa accadere nella vita.
Il valore di sé non si misura in base alle capacità o ai risultati che si ottiene.
Chiediti “a cosa associo il mio valore come persona?“. Se il tuo valore è legato al tuo stipendio, ai traguardi che hai raggiunto o al tuo ruolo nella vita, è il momento di lavorare in profondità per trovare la tua vera essenza e il valore che possiedi.
Sei degno di una vita che ti porti gioia. Fai piccoli passi e sii paziente con te stessa/o.