San Valentino è appena passato, e ciò ha portato in primo piano una serie di riflessioni sull’amore, sia romantico che personale.

Tra discorsi sul coccolarsi da soli con una cena speciale o un bagno caldo, emerge spesso una confusione tra due concetti fondamentali: l’arte di amarsi e saper prendersi cura di sé.

La distinzione tra cura di sé e amor proprio è cruciale per sviluppare un’autentica fiducia in se stessi, una relazione positiva con noi stessi e con gli altri.

L’arte di amare se stessi

Essere in grado di amare se stessi implica accettarci completamente, coltivare l’empatia verso noi stessi e nutrire una visione positiva della nostra identità.

Significa riconoscere i nostri punti di forza e di debolezza senza giudicarci e senza permettere che il giudizio degli altri ci condizioni.

Differenze tra Amor Proprio e Narcisismo

È importante sottolineare la differenza tra amor proprio e narcisismo. Mentre il narcisismo si basa sull’egocentrismo e sull’eccessivo interesse personale, l’amor proprio è un tratto positivo che porta alla crescita personale e al benessere emotivo.

L’amor proprio sano implica consapevolezza e accettazione dei nostri limiti, combinata con il desiderio di crescere e migliorarsi. Non è una ricerca della perfezione, ma piuttosto un impegno verso la nostra evoluzione come individui.

Motivazione e rischi positivi

La mancanza dell’abilità di amarci profondamente può costituire un ostacolo nella nostra motivazione nel perseguire gli obiettivi e cogliere le opportunità che la vita ci presenta.

L’arte di volerci bene ci dà il coraggio di correre rischi, poiché ci permette di riconoscere il nostro vero valore e di credere nella nostra capacità di affrontare qualsiasi situazione.

La nostra paura più profonda
non è di essere inadeguati.
La nostra paura più profonda
è di essere potenti oltre ogni limite.
È la nostra luce, non la nostra ombra,
a spaventarci di più.

Ci domandiamo: chi sono io per essere brillante, pieno di talento, favoloso?
In realtà chi sei tu per NON esserlo? […]

Non c’è nulla di illuminato
nello sminuire se stessi cosicché gli altri
non si sentano insicuri intorno a noi.
Siamo tutti nati per risplendere,
come fanno i bambini. […]

E quando permettiamo alla nostra luce
di risplendere, inconsapevolmente diamo
agli altri la possibilità di fare lo stesso.
E quando ci liberiamo dalle nostre paure,
la nostra presenza
automaticamente libera gli altri.

Marianne Williamson

Empatia e connessione emotiva con gli altri

L’accettazione di se stessi con compassione è una porta che si apre verso un mondo di empatia e connessione emotiva con gli altri.

Quando ci trattiamo con gentilezza e comprensione, diventiamo naturalmente più capaci di comprendere e rispettare le esperienze altrui.

L’empatia è la capacità di mettersi nei panni degli altri, di comprendere e condividere le loro emozioni.

Accettare se stessi con compassione ci rende più sensibili alle sfide e ai trionfi degli altri.

Quando impariamo ad amarci incondizionatamente, diventiamo naturalmente portati a estendere questo stesso amore e rispetto a coloro che ci circondano. Non troverete mai una persona che si ami e si accetti veramente, e al contempo sia maleducata o insensibile.

La genuina auto-accettazione porta con sé una dolcezza e un profondo rispetto che si riflettono nelle nostre interazioni con il mondo.

Stabilire confini e priorità

Dire di sì a tutto può sembrare altruista, ma è importante sapere dove tracciare i confini e concentrare la nostra energia su ciò che realmente ci interessa.

Questo è un atto di amore verso noi stessi e verso gli altri, garantendo che le nostre azioni riflettano autenticità e integrità.

Il mio personale viaggio di scoperta

Condivido 6 modi che ho scoperto buoni per me nel coltivare l’accettazione di me stessa.

È stato un viaggio di auto-scoperta e crescita che ha trasformato la mia relazione con me in qualcosa di profondo e significativo.

1. Conoscenza di sé: ho iniziato il mio viaggio di auto-conoscenza attraverso la scrittura. Scrivo da sempre sui quaderni, diari, fogli di giornale :D, note del telefono, le mie riflessioni, idee e domande, convinzioni ecc. In questo modo ho imparato a conoscere veramente chi sono, cosa mi piace, cosa non mi piace e cosa mi rende autentica.

2. Percorso di crescita: ho trovato fondamentale avere al mio fianco una guida, specialmente all’inizio. Questa persona mi ha accompagnato attraverso i meandri della vita, aiutandomi a esplorare i miei pensieri e sentimenti più profondi.

Scegliete voi: potrebbe trattarsi di un terapeuta, un consulente, un coach, un insegnante di meditazione, un prete o qualsiasi altra figura che riteniate idonea a svolgere il ruolo di mentore per un periodo della vostra vita.

3. Coltivare il dialogo interiore efficace: presta attenzione alle parole che usi per parlarti. Se il tuo dialogo interiore è critico o negativo, pratica l’atteggiamento di cura verso te stessa/o (self-compassion), trattandoti con gentilezza ed empatia come faresti con un amico che affronta delle sfide.

Quali parole usi quando parli di te stesso e con te stesso?

E come reagisci quando qualcuno ti fa un complimento? La prossima volta, invece di deviare il discorso o minimizzare il commento, prenditi un momento: fermati, respira, sorridi e ringrazia per quel generoso e autentico gesto nei tuoi confronti.

4. Abbracciare la propria unicità: quando ci permettiamo di brillare nella nostra autenticità, ispiriamo gli altri a fare lo stesso. Insieme, creiamo un mondo più vibrante e colorato, ricco di diversità e bellezza.

Immergiti nella bellezza di ciò che ti rende unica/o.

Indossa il tuo vestito, usa i tuoi colori, canta la tua canzone e celebra la tua individualità!

Non avere paura di essere diverso, di essere strano, di essere te stesso. Perché è proprio in quel meraviglioso, unico essere che sei che risiede il vero Bene per te.

6. Scopri ciò che ti ricarica: una delle scoperte più preziose nel mio percorso di crescita personale è stata la consapevolezza di ciò che mi ricarica e ciò che invece mi svuota.

Ascoltando attentamente il mio corpo, la mia mente e le mie emozioni, ho imparato a adattare la mia routine per soddisfare le mie esigenze in continua evoluzione.

C’è un’idea diffusa che attività come lo yoga e la meditazione siano benefiche per tutti in qualsiasi momento.

Ho imparato, però, che ci sono periodi in cui queste pratiche non sono ciò di cui ho bisogno.

Ci sono stati momenti in cui una serata trascorsa a ballare il tango fino alle prime luci dell’alba mi ha ricaricato al punto da darmi energia e vitalità per tutta la giornata successiva.

Era come se ogni movimento fosse una danza con la vita stessa, e mi sentivo ricca di energia e gioia.

Altri momenti, invece, la natura mi chiama con forza.

Una lunga passeggiata nel bosco o il tempo trascorso nel mio giardino, prendendomi cura delle piante e dei fiori, ha un effetto rigenerante su di me. Il silenzio e la serenità mi avvolgono come una coperta calda, e mi sento in pace con me stessa e con il mondo.

E poi ci sono le serate dedicate alla lettura davanti al camino, a sorseggiare una tisana o un buon bicchiere di vino, scelto con cura in base all’umore del momento.

Questi momenti di quiete e riflessione mi permettono di connettermi con il mio mondo interiore e di ricaricare le energie per affrontare le sfide della vita quotidiana.

Comprendere come sono e di cosa ho bisogno in un determinato momento è essenziale per il proprio benessere e anche per il benessere relazionale. 

La nostra routine quotidiana può variare in base alle fasi della vita, e per le donne, anche in base alla fase del ciclo mestruale.

Se mi impongo rigidi dogmi e divento inflessibile con me stessa, rischio di diventare giudiziosa e critica.

Coltivare relazioni attraverso l’amore e cura di sé

In definitiva, amare se stessi è un atto di profondo rispetto verso la propria essenza.

Significa abbracciare il proprio valore incondizionatamente.

Ma l’amore di sé va oltre l’individuo, si estende al modo in cui ci rapportiamo agli altri e come costruiamo le nostre relazioni.

Quando ci accogliamo sinceramente, siamo in grado di donare agli altri il meglio di noi stessi.

Non perché dobbiamo, ma perché vogliamo condividere la nostra pienezza con chi ci circonda.

In queste relazioni basate sull’amore di sé, i confini sono sani e rispettati, consentendo a entrambe le parti di crescere e prosperare.

Essere presenti per gli altri diventa un gesto spontaneo di generosità, alimentato dalla nostra stessa pienezza interiore.

Le relazioni diventano luoghi di condivisione, supporto reciproco e crescita.

L’amore di sé è la linfa vitale che nutre relazioni autentiche, empatiche e soddisfacenti.

Quando sappiamo davvero amarci e prenderci cura di noi, siamo in grado di creare un mondo più amorevole e inclusivo, dove ognuno ha il diritto di essere accettato e amato per ciò che è.


Non dimenticare di amare te stesso.
Soren Kierkegaard

 

La tua iscrizione non può essere convalidata.
La tua iscrizione è avvenuta correttamente.

Newsletter

Abbonati alla nostra newsletter e resta aggiornato.

Utilizziamo Brevo come piattaforma di marketing. Inviando questo modulo, accetti che i dati personali da te forniti vengano trasferiti a Brevo per il trattamento in conformità all'Informativa sulla privacy di Brevo.