Negli ultimi giorni, un gesto di semplice umanità ha catturato l’attenzione di migliaia di persone sui social media, e ha anche ricevuto ampio spazio su numerose testate giornalistiche.

Si tratta del momento in cui Jannik Sinner si è preoccupato di coprire anche la raccattapalle dalla pioggia e ha tenuto l’ombrello invitandola a sedersi vicino a lui interessandosi al suo lavoro.

Mentre molti si perdono nell’illusione della grandezza personale, c’è chi, come Sinner, offre un ritratto straordinario di umanità con gesti semplici.

Troviamo in esso una gentilezza disarmante, una gentilezza che dovrebbe essere la norma, ma che troppo spesso ci sembra un lusso.

Nel quotidiano, ci troviamo troppo spesso a essere influenzati dal prestigio sociale e dalle gerarchie di potere.

Credo invece che la vera grandezza di un essere umano non derivi dal possesso di potere o status, ma dall’abilità di trattare ogni persona con rispetto, indipendentemente dalla sua posizione sociale.

Ed è triste notare come coloro che hanno il potere tendano spesso a comportarsi con arroganza, ignorando i principi fondamentali della gentilezza e della collaborazione.

La cooperazione umana: un’analisi ispirata al mondo vegetale

Mentre leggevo la notizia di Sinner, mi è tornato in mente il notevole lavoro del biologo Stefano Mancuso (consiglio di guardare le sue conferenze che trovate su YT)

Il dott. Mancuso sostiene, e ci dimostra, come la vera intelligenza risieda nella cooperazione, un principio fondamentale del regno vegetale.

Il dott. Mancuso ci racconta come le piante sono capaci di comunicare e cooperare tra loro in modi sorprendenti, mettendo in luce una forma di intelligenza che va al di là della comprensione tradizionale.

Dai risultati di alcuni studi emerge che le piante hanno iniziato a colonizzare la Terra circa 520 milioni di anni fa, mentre l’Homo sapiens è comparso solo 300.000 anni fa.

Nonostante la specie umana goda di un’esistenza più confortevole rispetto ad altri regni, la nostra crescente individualità, la mancanza di cooperazione e un’organizzazione inefficace potrebbero minacciare la nostra sopravvivenza a lungo termine.

Ultimi arrivati sul pianeta, ci comportiamo come dei bambini che combinano disastri, inconsapevoli del valore e del significato delle cose con cui giocano. Stefano Mancuso

Pensando al nostro ruolo nelle relazioni umane in questa ottica, emerge la necessità di promuovere e di coltivare la cooperazione, l’empatia, il sostegno reciproco, l’attenzione gentile all’altro.

Questi sono elementi essenziali per costruire legami solidi e duraturi basati sulla fiducia e sulla comprensione reciproca.

Cosa possiamo fare nel nostro piccolo per coltivare la cooperazione?

Nell’attuale contesto di crescente interconnessione e complessità, la capacità di cooperare diventa una priorità per costruire un futuro sostenibile e armonioso.

È fondamentale prendersi dei momento per riflettere attentamente sul nostro contributo nella costruzione delle connessioni umane che ci circondano.

Qual è il nostro approccio nelle relazioni con gli altri?

Riusciamo a cooperare e a dimostrare autentico rispetto e interesse?

Quali azioni concrete possiamo intraprendere per essere d’aiuto agli altri?

Queste domande invitano a esplorare l’io interiore, senza però cadere nell’egocentrismo.

Al contrario, spingono ad avere uno sguardo attento e osservatore verso gli altri, e a valutare il nostro impatto sul mondo che ci circonda.

Come ci comportiamo? E come possiamo mettere in pratica, ogni giorno, gesti semplici ma significativi che possano essere d’aiuto al prossimo?

Questo inizia dall’essere gentili e rispettosi con tutti, che si tratti del portinaio, della donna/uomo delle pulizie, dei colleghi in ufficio, del partner o dei figli…

Riflettiamoci e agiamo!


Tutti gli organismi macroscopici, compresi noi stessi, sono prove viventi del fatto che le pratiche distruttive a lungo andare falliscono. Alla fine gli aggressori distruggono sempre se stessi, lasciando il posto ad altri individui che sanno come cooperare e progredire. La vita non è quindi solo una lotta di competizione, ma anche un trionfo di cooperazione e creatività. Fritjof Capra

 

 

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